Come annunciato qualche giorno fa, su Eyes On The Floor ci saranno delle novità, questa è una novità. In questo primo appuntamento parlerò dei Dallas Mavericks. La franchigia texana, che un anni fa era sul tetto del mondo, oggi ai trova ad affrontare una lenta e dolorosa ricostruzione.
Estate 2011: Dallas sul tetto del mondo laureandosi campione NBA battendo i favoritissimi Miami Heat. Per la stagione successiva viene annunciata una stagione di transizione, con un unico obiettivo stagionale l'arrivo ai playoff e una bella figura. Per questo si decide di puntare su una squadra 'vecchia'. Nessun ringiovanimento eclatante e l'arrivo di un Vince Carter, che per quanto chi scriva lo adori, deve riconoscere che non è lo stesso di qualche anno fa, che ha lasciato perplessi i più. Per non parlare della cessione di Tyson Chandler, uno dei protagonisti della cavalcata trionfale firmata Mavs, lasciato andare a New York. Di fatto in regular season i campioni arrivano al traguardo playoff non senza qualche problema. L'umiliante sweep ricevuto con OKC di fatto ha mandato in pensione i Mavs che conoscevamo.
Per ricostruire l'obiettivo principale è quel Deron Williams ormai conteso dalla franchigia texana e dai Nets da tempo. Con un Cuban sicurissimo di portare nel Texas il talentuoso play. La faccio breve. Le convinzioni di Cuban svaniscono nel nulla quando D-Will decide di rifirmare per i nuovi Brooklyn Nets.
Per quanto brutale possa sembrare, questo sembra l'inizio della fine dei Mavs. Nash e Lin svaniscono presto come sogni. Ora come ora con gli arrivi di queste settimane, la franchigia texana sta ponendo rimedio alle molte dipartite. Ma comunque non parliamo di giocatori di valore assoluto come quelli che si puntavano. Come se non bastasse, anche la vecchia guardia molla. Terry finisce ai Celtics e Kidd decide di voler chiudere la carriera ai Knicks.
L'appeal dei Mavs sembra svanito nel nulla, e quella che era la franchigia che giusto un'estate fa guardava dall'alto al basso i rivali, da quest'anno (forse per più anni) guarderà dal basso, in un ciclo di transizione che per chi scrive può essere lungo.
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